Niente prigione a cielo aperto per i cervi di Pinzolo (TN)

La protesta di OIPA fa fare marcia indietro al Comune

Doveva essere pronta per l’estate 2016, con uno stanziamento di 200 mila euro al Parco Adamello Brenta, la prigione a cielo aperto per i cervi ideata dal Comune di Pinzolo (si, se ve lo state chiedendo è proprio lo stesso Comune coinvolto nel caso dell’orsa Daniza). Il Comune, infatti, aveva deciso di creare un’area faunistica, nella quale confinare alcuni cervi, il cui numero non era stato però reso noto.

Ospitati all’interno di una recinzione di circa 3mila metri quadrati avrebbero dovuto diventare un’attrazione turistica per le famiglie in villeggiatura a Madonna di Campiglio. Il progetto avrebbe dovuto essere il primo di una serie di piccoli insediamenti con aree faunistiche ad hoc. L’OIPA era subito intervenuta per chiedere al Sindaco di abbandonare il progetto, che prevedeva la realizzazione di un’area che, seppur estesa, avrebbe rappresentato per gli ungulati prescelti “la riduzione ad uno stato di cattività, con tutte le conseguenze che può comportare per un animale selvatico, in primis la dipendenza dall’uomo, anche solo per la ricerca del cibo”.

L’appello di protesta promosso dall’OIPA, insieme alla mobilitazione dei volontari della sezione OIPA di Trento, ha avuto l’effetto sperato, così come dichiarato dall’Assessore all’Agricoltura della provincia autonoma di Trento in una nota del 29 aprile 2016. Pare, infatti, che la nuova amministrazione del Comune di Pinzolo abbia abbandonato l’idea di realizzare l’area faunistica e, fino all’assegnazione di eventuali altri incarichi amministrativi, la nuova attrazione turistica non si farà. I cervi della Val Rendena potranno ancora godere della loro libertà.

Fonte e foto: OIPA

© Riproduzione riservata