Primavera: tempo di micini
Cosa fare in caso di ritrovamento di una cucciolata?
Prima regola: non toccateli. Almeno non subito. In primavera i gattili vengono invasi da moltissimi cuccioli senza mamma, ma alcuni di questi in realtà una mamma ce l’avevano. Nonostante, infatti nelle prime settimane di vita la mamma passi la maggior parte del tempo con i propri piccoli, è obbligata ad allontanarsi periodicamente in cerca di cibo, generalmente dopo aver nascosto i piccoli in un posto apparentemente sicuro (una siepe, la fessura di un muretto, un sottoscala).
Sovente i piccoli piangono in sua assenza attirando la nostra attenzione che credendoli abbandonati li salviamo portandoli via, lasciandola nella disperazione di scoprire una tana vuota al suo rientro. Peggio ancora, nel dubbio di cosa fare, alle volte li tocchiamo lasciando su di essi il nostro odore: in quel caso la madre sentendo scoperto il proprio nascondiglio, si vede costretta a trasferirli, con tutte le conseguenze del caso. Capita ancora, che crescendo uno dei piccoli si avventuri a esplorare il mondo e si smarrisca: piangendo richiamerà l’attenzione di mamma gatta che verrà a prenderlo. Se nessun umano arriverà prima di lei.
Questo non significa che se troviamo una cucciolata dobbiamo disinteressarcene – potrebbero essere anche rimasti soli e la mamma essere stata investita – e, se sono abbastanza grandi – circa 30/40 giorni, potremmo portar loro del cibo (mai latte di mucca) e prima di spostarli, provare a monitorarli per qualche ora: solo se non vedremo rientrare la mamma sarà il caso di intervenire. E’ importante, perciò, stimare da subito l’età dei piccoli:
1.se hanno ancora attaccato il cordone ombelicale hanno meno di 3/5 gg;
2.se hanno gli occhi chiusi hanno meno di 8-10 gg;
3.se stanno uscendo i dentini, hanno circa 2 settimane;
4.se mangiano da soli hanno almeno 4-5 settimane;
Difficilmente la mamma lascerebbe soli dei cuccioli di alcuni giorni a lungo, pertanto se nel giro di un paio di ore non torna possiamo intervenire: teniamo da subito presente che pur con un intervento tempestivo, è molto raro che sopravvivano senza mamma così piccoli.
Portiamo subito i gattini dal veterinario per verificare le loro condizioni di salute e, se non sono ancora svezzati e se non abbiamo esperienza, contattiamo subito un’associazione animalista che potrà occuparsi dei cuccioli oppure aiutarci nella loro gestione: dovremo sostituirci in tutto e per tutto a mamma gatta, dandogli calore, alimentandoli, pulendoli e stimolandogli l’intestino e la vescica.
IL CALORE
I micini che hanno meno di tre settimane non sono in grado di regolare la loro temperatura corporea e pertanto necessitano di essere scaldati. Prepariamo un trasportino o una scatola rivestita di traversine assorbenti per tenerli asciutti dalla pipì e teniamo sempre il giacilio caldo con una coperta e una boule dell’acqua calda o un termoforo: il micino deve mantenere una temperatura ideale di 38 gradi. Controllate dunque spesso che non abbia troppo freddo o non sia troppo al caldo.
L’ALIMENTAZIONE
Fino ai 10-15 giorni i micini mangiano ogni 3 ore circa (giorno e notte), poi i pasti progressivamente diminuiscono. All’inizio i piccoli vanno pesati prima e dopo la poppata per monitorare il quantitativo di latte assunto, successivamente è sufficiente una volta al giorno: ci vorrà un po’ perché comprendano come funziona la tettarella e all’inizio potrebbe essere necessario ricorrere a una siringa o a un contagocce per alimentarli. L’importante è stare attenti a non fargli andare il latte di traverso (potrebbe causargli una polmonite) e non allattarli mai a pancia in su: non sono bambini, mamma gatta non lo farebbe. Quando i micini prendono confidenza con la tettarella vedremo delle piccole bolle d’aria risalire il biberon. Naturalmente è assolutamente vietato l’utilizzo di qualsiasi latte non specifico per gattini.
Solo attorno ai 30 giorni potremo cominciare a somministrare pappe specifiche per gattini, diluite con latte prima con l’aiuto di una siringa senz’ago e poi in un piattino. Nel giro di pochi giorni, e dopo molti buffi tentativi, in cui ci toccherà ripulirli più volte fino alla punta della coda, cominceranno a mangiare da soli. Importantissimo: verifichiamo che nel caso si usassero omogeneizzati non ci siano cipolla o aglio: per i gatti sono sostanze tossiche.
I BISOGNINI E LA PULIZIA
Dopo ogni pasto è necessario aiutarli a liberare la vescica e l’intestino. Tenendoli ben fermi con una mano sulla pancia, bisogna stimolare delicatamente l’area anogenitale dal basso verso l’alto con un batuffolo di cotone imbevuto di acqua tiepida o delle salviettine per bambini (la mamma lo farebbe con la lingua, leccandolo) fino a che i piccoli non si svuotano. Teniamo sempre puliti i gattini utilizzando acqua tiepida o salviettine apposite. Verso i 20-25 giorni cominceranno a usare la lettiera: scegliamo una cassettina dai bordi bassi in modo che riescano a entrare e uscire facilmente in modo autonomo.
E’ fondamentale prestare attenzione anche agli occhietti: verso i 10 giorni di vita i piccoli devono aprirli, perché se restano chiusi per un periodo più lungo possono svilupparsi delle infezioni sotto la palpebra che posso portare anche alla totale cecità. Con le mani pulite è necessario fare un movimento delicato con le dita per aiutare i piccoli a separare le palpebre anche più volte al giorno fino a completa apertura.
CICLO SONNO-VEGLIA
I piccoli regolano autonomamente il loro ciclo sonno-veglia, pertanto interveniamo, svegliandoli, solo qualora non stiano prendendo peso o siano passate troppe ore dall’ultima poppata in modo da evitare crisi ipoglicemiche.
Allevare dei gattini neonati richiede tempo, dedizione e un grande impegno: se pensiamo di non farcela o di non essere in grado non prendiamoci in carico la loro cura, ma affidiamoli a volontari esperti che sapranno occuparsene adeguatamente. La mortalità dei cuccioli sotto i 60 giorni è già naturalmente altissima. Non giochiamo con la loro vita.
Fonti: Maria Grazia Cerizza (Portamiconte Canile Gattile Fusi), Protezione Micio Onlus
Foto: Pixabay


