Randagismo in Bosnia: solo a Sarajevo migliaia di cani in strada
Enpa a Banja Luka e Prijedor per la sua terza missione di supporto. Donati 2 tonnellate di aiuti alimentari, oltre a cucce e strumenti
“La situazione dei cani randagi in Bosnia Erzegovina è drammatica. La legislazione in materia di protezione degli animali in vigore dal 2009 è molto vicina agli standard europei, ma non è applicata a causa delle limitate risorse economiche a disposizione” denuncia Enpa. “Così il randagismo è un problema endemico e la soluzione praticata è la soppressione dei cani randagi. Il numero delle sterilizzazioni è molto basso, i rifugi sono pochi e non adeguati, l’anagrafe canina stenta a decollare. E non esistono dati attendibili: gli unici sono quelli dell’organizzazione inglese Dogs Trust, presente a Sarajevo con un ufficio, che a ottobre scorso ha stimato in oltre 15 mila i randagi presenti in quell’area, di cui quasi 8 mila in città”.
E’ partita ieri per la Bosnia Erzegovina la terza missione di supporto dell’Ente Nazionale Protezione Animali, la cui Unità di Intervento Nazionale guidata da Antonio Fascì, porterà 2 tonnellate di aiuti alimentari da destinare a due associazioni con le quali Enpa collabora da tempo: Prijedor Emergency e Sapa U Srcu – Zampa nel cuore. Entrambe le associazioni gestiscono rifugi di fortuna all’interno dei quali i randagi accuditi sfuggono allo sterminio.
Nelle ultime settimane, l’Unità di Intervento Nazionale Enpa, a seguito della segnalazione da parte della Sezione Enpa di Treviso, ha ricevuto sostegno da ben 51 Sezioni della Protezione Animali sparse in tutto il Paese: dal Piemonte alla Sardegna, fino alla Sicilia, che pure ha molti problemi con il randagismo. Le Sezioni Enpa hanno conferito cibo e materiali (oltre al petfood, saranno consegnate cucce e strumenti), ma si sono anche impegnate a sostenere economicamente le piccole associazioni bosniache. Entro la fine dell’anno, inoltre, l’Unità di Intervento Nazionale tornerà in Bosnia per realizzare, a Banja Luka, un piccolo rifugio e per portare ancora cibo e materiali.
A Banja Luka e a Prijedor, i rappresentanti Enpa stanno avendo in queste ore incontri istituzionali nel corso dei quali le autorità locali saranno invitate ad applicare correttamente le normative, ad avviare un piano di sterilizzazioni e a contrastare lo sterminio dei randagi; sterminio che ormai si fa per strada e nelle campagne. Enpa fornirà – se richiesto – tutto il suo supporto tecnico e veterinario.
Al ritorno – il 19 novembre – l’Unità di Intervento Nazionale porterà in Italia sei cani bosniaci bisognosi di particolari cure. Già nel 2013 e nel 2014 l’Unità di Intervento Nazionale dell’Enpa, nell’ambito del programma Rete Solidale, ha portato aiuti e curato presso le strutture della Protezione Animali cani gravemente malati.
La missione, partita ieri ha la collaborazione dell’Ambasciata d’Italia a Sarajevo. “Il randagismo è ancora oggi in Bosnia Erzegovina” ci ha scritto in una lettera l’ambasciatore Ruggero Corrias “un problema endemico, cui le autorità faticano a trovare, a fronte di risorse limitate, una soluzione in grado di garantire la sicurezza e il benessere dei cittadini e che sia rispettosa, nel contempo, dei diritti di questi animali. L’Ambasciata” ha aggiunto Corrias “segue con molta attenzione la questione e ha in diverse occasioni sensibilizzato le autorità locali in questo senso. Ritengo perciò molto importante, nonché testimonianza dell’amicizia e solidarietà che legano l’Italia a questo Paese, la missione di supporto che vi accingete a effettuare in Bosnia”.
“Andiamo in Bosnia senza dimenticare i problemi che l’Italia ha con il randagismo”, ha dichiarato la Presidente Nazionale dell’Enpa, Carla Rocchi. “Ma nei Balcani si tratta di combattere per salvare la vita a migliaia di cani e questa quotidiana lotta è affidata a pochissimi volontari. La Bosnia Erzegovina è un Paese che entro la fine dell’anno chiederà ufficialmente di entrare a far parte dell’Unione Europea. In questa prospettiva, deve armonizzare agli standard europei non solo la legislazione, ma anche le pratiche. Per Enpa, questa è una missione sentita: contribuiscono anche nostre Sezioni, ad esempio quelle del Sud, che hanno problemi serissimi con il randagismo sul loro territorio. È una straordinaria catena di solidarietà. Non dimentichiamo mai che se in Italia esiste oggi una Protezione Animali organizzata e forte è perché nel 1871 Giuseppe Garibaldi raccolse un appello giunto da animalisti inglesi e la sua Società Protettrice degli Animali (il nucleo originario dell’Enpa) fu sostenuta da associazioni straniere, innanzitutto del Regno Unito”.
Per chi volesse contribuire per gli aiuti futuri qui tutti i dati.
Fonte: Enpa
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