Ittiri (SS): “Pippolandia” dissequestrato dal Tribunale del Riesame

La LNDC di Alghero non si arrende

“Cani affetti da leishmaniosi avanzata e da altre gravi patologie, cani che si aggrediscono tra loro per mancanza di spazio, che stanno tutto il giorno in mezzo agli escrementi, con le zampe perennemente a mollo nei ristagni d’acqua causati dall’errata pendenza della pavimentazione. Femmine che partoriscono perché non sterilizzate, box – loculi da dove non escono mai e nella maggior parte dei quali i gocciolatoi per abbeverarsi sono guasti e in cui i reclusi devono sdraiarsi sul cemento umido e gelido per mancanza di cucce o anche soltanto di pedane di legno. Un pozzo nero stracolmo di escrementi e a malapena ricoperto da pezzi di lamiera” queste e molte altre le situazioni descritte nella denuncia presentata alla magistratura da Eva Bianchi, presidente della Lega del Cane di Alghero, e nel verbale del Corpo Forestale, che hanno portato lo scorso 22 dicembre al sequestro del canile di Pippolandia di Ittiri (SS).

Per una manciata di giornate i 370 ospiti sono stati affidati alle cure dei volontari della Lega Nazionale Per la Difesa del Cane di Alghero a cui era stata affidata la custodia giudiziaria. Sequestro ora revocato dal Tribunale del Riesame presieduto dal giudice Salvatore Marinaro, che ha giudicato le accuse insussistenti, ha deciso di togliere i sigilli al canile e di riconsegnare la struttura e soprattutto gli animali, provenienti da 14 Comuni convenzionati, al titolare.
Ora la parola, ovvero la facoltà di fare opposizione o meno al dissequestro, spetta al Pubblico Ministero Giovanni Porcheddu che aveva disposto il provvedimento.
Nel frattempo la presidente algherese Eva Bianchi e la Lega Nazionale per la Difesa del Cane non si arrendono. Anzi, proseguono la loro battaglia nelle sedi più disparate, anche attraverso pubbliche denunce di informazione in merito a quanto è accaduto e accadrà.
La LNDC ha disposto un’attenta conta dei cani e all’interno di Pippolandia: a oggi risulterebbero essere presenti quasi 400 animali. Ma, riporta l’associazione, lo scorso 10 gennaio il titolare della struttura avrebbe dichiarato alla stampa numeri ben diversi: secondo infatti il gestore i cani a loro affidati sarebbero circa 200 e le condizioni di detenzione sarebbero ben diverse da quelle descritte.
Anche secondo quanto riportato in un altro articolo, uscito sulla stampa locale, per il Comune non ci sarebbero state irregolarità, tanto che l’assessore comunale alle Politiche ambientali del Comune di Sassari Monica Spanedda, lo scorso anno, a seguito delle denunce della Bianchi, aveva spiegato che nel canile non era stata riscontrata alcuna irregolarità.
Tuttavia le immagini mandate in onda il 22 dicembre scorso dalla web tv Sardegna Live mostrano uno scenario diverso: sovraffollamento, assenza di prevenzione delle nascite, struttura non a norma, carenze igienico sanitarie, elevata mortalità dei cani, scarse o nulle adozioni, decessi non denunciati, detenzione di animali in condizioni incompatibili con la loro natura. Così come i video girati dai volontari.

“Ai 14 Comuni convenzionati con “Pippolandia” ricordiamo che il benessere dei cittadini come quello degli animali, per l’organo monocratico a capo del governo di un Comune, deve essere la norma di tutti i provvedimenti. Pertanto, i cani non sono rifiuti da conferire in mega discariche a un tanto al chilo ma cittadini del proprio territorio e come tali soggetti di diritto. Nondimeno, anche in caso di trasferimento, il Sindaco rimane il responsabile dei cani prelevati sul proprio territorio e collocati in strutture site in altri Comuni e deve obbligatoriamente effettuare verifiche periodiche sullo stato di salute e benessere dei propri animali, non meno di una volta l’anno; dare comunicazione dei risultati ottenuti e dello stato di salute e benessere degli animali al Consiglio Comunale anche nel rendiconto della gestione” dichiara l’associazione.

© Riproduzione riservata