Zoo: lanciata da Leal – Lega Antivivisezionista una petizione internazionale per abolirli
Richiesta la chiusura immediata di tutti gli zoo e dei centri di cattività
Leal ha messo oggi in rete una petizione internazionale per chiedere al Parlamento Europeo e alla Commissione Ambiente una nuova legislazione sul Mantenimento degli animali selvatici negli zoo, in cui vengano valorizzati i centri di recupero, di cura, di ripopolamento e di reintroduzione allo stato selvatico degli animali, che mirano a salvare le specie a rischio con l’obiettivo finale di reintrodurle in natura una volta fuori pericolo. Secondo l’associazione, questi sono gli unici centri il cui obiettivo, cioè il ritorno in natura degli animali feriti o in via di estinzione, è in linea con i principi ultimi della legislazione europea sul benessere animale. Chiedono, quindi, attraverso la petizione pubblicata su Change.org, la chiusura immediata di tutti gli zoo e i centri di cattività nei quali non sia garantito il benessere degli animali e che siano sanzionati economicamente e penalmente coloro che sopprimono animali in cattività (mai più casi come quello della giraffa Marius!) e, infine, che sia vietato l’acquisto di animali catturati liberi.
Secondo quanto riportato sul sito di Leal sembrerebbe che alcuni zoo non abbiano rispettato i principi base della Direttiva del Consiglio 1999/22/EC, che permette di rinchiudere gli animali in cattività solo con precisi scopi – quali la conservazione della specie, lo scambio di informazioni sulla conservazione delle specie, e la riproduzione in cattività per il ripopolamento e la reintroduzione di specie allo stato selvatico: da un rapporto steso nel 2011 dalla Born Free Foundation si evince che solo il 13% delle specie tenute in zoo europei sono state classificate come specie minacciate. Secondo lo studio, infatti, solo il 5% dei mammiferi, dei rettili e degli anfibi, e il 9% degli uccelli sarebbe inserito nelle liste delle specie a rischio, e solo l’11% sarebbe registrata nello European Endangered Species Programme (EPP) o nello European Studbook (ESB).
Inoltre le condizioni in cui vivono la maggior parte degli animali ospiti degli zoo è ben lontana da quello che dovrebbe essere il loro habitat naturale e questo danneggia la salute degli animali, causando stati di alterazione delle loro caratteristiche psico-sociali, della loro alimentazione, e li costringe in luoghi ristretti come le gabbie, con climi ben differenti da quelli dei loro luoghi di origine. Ricordiamo tutti la recente vicenda dell’orso Arturo, rinchiuso da 20 anni nello zoo di Mendoza, una città al centro dell’Argentina, dove le temperature sfiorano i 40 gradi, decisamente troppi per un orso polare.
E’ giunto il momento di evolvere davvero gli zoo da parchi di divertimento per i bipedi a centri di vero recupero e tutela per gli animali.
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Foto: Leal
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